Prime Esperienze
la prima volta STORIA VERA
di ciriproviamo
19.09.2022 |
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"La sera a mezzanotte ci avviammo per ritornare a casa..."
Dopo tanti anni voglio raccontare come la mia lei ha iniziato a prendere altri cazzi.Chiedo scusa se mi dilungo nel racconto ma sento giusto raccontare bene i dettagli
Era il lontano 1974, conoscevo mia moglie attuale perché figlia di amici di famiglia. Io avevo 18 anni e lei 14 anche se era una ragazza molto precoce. Già aveva una terza abbondante di seno ed un culo favoloso. In me non suscitava nessun interesse proprio per la sua età e per la differenza che c’era, tra l’altro proprio una bambina mentre io già con tante esperienze visto che avevo un piccolo gruppo musicale e suonavamo nei locali. Durante l’estate noi suonavamo su una spiaggia e lei che stava lì in villeggiatura venne a sentirci. Da allora molto spesso i genitori mi chiedevano di portarla con me quando andavo a suonare giusto per farla divagare ma soprattutto perché visto la differenza di età si fidavano e si sentivano tranquilli. Io la guardavo senza alcun interesse anche se mi accorgevo che invece lei era attratta da me e soprattutto quando vedeva che mi appartavo con qualche ragazza dimostrava molta curiosità ed interesse.
Erano ormai diversi mesi che un paio di volte al mese veniva con me durante le serate. Una sera avevamo finito di suonare ma prima di andare via mi appartai con una ragazza in macchina nel parcheggio del locale. Il tempo a disposizione era poco per cui con questa ragazza ci fu solo un pompino. Quando ritornai dentro al locale per andare via la trovai lì che girava nel parcheggio che mi aspettava. Salutai la ragazza e ci mettemmo in macchina per ritornare a casa. Il locale dove stavamo era ad Avellino mentre noi abitavamo a Napoli per cui circa due ore per raggiungere casa.
Durante il viaggio con tantissimo imbarazzo mi chiese chi era la ragazza che stava con me e come mai stavamo lì nel parcheggio.
Non so perché, ma ebbi voglia di stuzzicarla e le dissi che voleva fare sesso e quindi ci eravamo spostati in macchina. Lei si ammutolì l’imbarazzo si leggeva chiaramente nel suo silenzio e nel farfugliare altre domande tentava di capire cosa c’era stato. La cosa mi divertiva e quindi le davo corda e con le mie risposte mi divertivo a far aumentare sempre di più il suo imbarazzo. Io sapevo chiaramente che era attratta fortemente da me, ma io la vedevo sempre come una piccola bambina.
Dopo qualche mese andai a suonare a Benevento, era domenica i genitori mi chiesero se poteva venire con me, c’era troppa amicizia tra le famiglie e quindi dissi di si. Partimmo in tardi mattinata anche perché era la prima volta in quel locale e dovevamo provare la strumentazione.
Arrivammo lì alle 14, gli altri del gruppo sarebbero venuti per le 18. Andammo direttamente al locale e poi ci fermammo a mangiare. Quando stavamo al tavolo all’improvviso iniziai a dirle che aveva un bel fisico e le chiesi se aveva il ragazzo. Lei tutta rossa in faccia timidamente mi rispose di non avere il ragazzo e con gli occhi abbassati mi ringraziò per il complimento. Ci rimettemmo in macchina perché pioveva; dovevamo aspettare che venissero gli altri del gruppo. Per scherzo forse o forse per metterla in imbarazzo mentre parlavamo del più e del meno le infilai la mano nella camicetta e le presi una tetta in mano dicendole “ lo sai che hai delle belle zizze?” Lei ebbe la forza solo di dirmi “ma che fai ma non mi spostò la mano, abbasso solo gli occhi ed io continuavo ad accarezzarle la tetta. Poi mi fa dai carlo smettila ho paura.
Le tolsi la mano ridendo e le diedi un pizzicotto in faccia lei abbasso la testa e non pronunciò parola.
Dopo qualche minuto cercai di farla riprendere, le poggiai una mano sulla coscia stringendola e dicendole ma dai, ti ha dato fastidio? Veramente dico che hai delle belle zizze, e se devo esserti sincero hai anche un bel culo.
La cosa non l’aiutò a farle superare l’imbarazzo. Quindi per tutta la sera rimase in totale silenzio anche se mi stava sempre vicino. Arrivarono gli altri amici della band e provammo la strumentazione. Verso le otto finimmo. La serata iniziava alle 10, quindi ci dividemmo anche perché gli altri sapevano che la ragazza era un’amica di famiglia e tra noi non c’era niente.
Ci fermammo al bar del locale seduti su un divanetto quando lei mi chiese cosa significavano i complimenti fatti ovvero se volevo prenderla in giro o mi piaceva davvero. Qui ebbi la conferma che era cotta per me. Durante la serata lei si sentiva più libera, ballava sempre in modo che potessi vederla e quando non ballava si sedeva al nostro tavolo dove potevamo guardarci. La sera a mezzanotte ci avviammo per ritornare a casa. In macchina le chiesi se andava tutto bene e se stava ancora imbarazzata per quello che era successo.
Mi disse che andava tutto bene e riprendemmo il discorso sul suo corpo e sulle sue esperienze. Non era mai stata fidanzata e non aveva nemmeno baciato mai un ragazzo.
Iniziai a farle di nuovo i complimenti dicendole che non le credevo, poi volli provare fino in fondo la sua ingenuità e la sua timidezza. Le faccio “comunque hai veramente delle belle zizze” lei abbassò gli occhi ma sorrise, Le dico “ veramente dico” e lei lusingata mi fa “Si davvero?” Le faccio “Si dai me le fai vedere?” e lei subito mi fa No dai mi vergogno.
Pensai è fatta altrimenti sarebbe stata più categorica e quindi insistetti a tirare fuori le tette ma nel contempo la rassicuravo. Ebbene glielo ho ripetuto non più di tre volte che slacciò la camicetta e le tirò fuori dal reggiseno chiedendomi però di non toccarle. Le guardai erano veramente delle belle zizze da succhiare, ma mantenni la parola e non le toccai. Poi mi fa “ posso rimetterle dentro?” ed io dico “Si”
Ebbi la conferma di come era ingenua ed un po' sottomessa e che avrebbe fatto tutto quello che le chiedevo, ma per avere conferma pochi kilometri prima di arrivare a casa le presi la mano e la poggiai sul mio cazzo. Ebbe un sussulto come avesse preso la scossa e mi chiese “ma che fai” ed io dai mi hai fatto vedere le zizze ed io ti faccio toccare e dicendo questo le ripoggiai la mano sul cazzo. La tirò via ma non subito. La lasciò lì qualche secondo, il tempo di capire e poi la tolse chiedendomi di stare fermo. La serata finì lì ma dalle volte successive iniziai a guardarla con altri occhi. Piano piano abbiamo iniziato ad essere più intimi. Prima ho iniziato a baciarla con la lingua e si vedeva che non lo aveva mai fatto poi ho iniziato a farglielo prendere in mano. Tutto questo sempre quando veniva con me per locali. Poi iniziammo ad uscire non solo per andare a suonare. La prima volta andammo al parco degli Astroni, (per chi lo conosce) e li mentre lo teneva in mano le abbassai la testa per farglielo prendere in bocca. Lei si lasciò guidare sebbene molto timorosa, timida come sempre. Messo la bocca sul cazzo dava solo piccoli bacetti. Così la fermai e le spiegai che lo doveva prendere in bocca quanto più potesse entrare e mentre lo teneva in bocca doveva andare su e giù con la testa muovendo la lingua intorno al cazzo.
Nonostante l’imbarazzo e qualche perplessità come sempre, lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo e leccarlo. Non posso dire che fu un bel bocchino ma era ottimo come prima volta. La sua inesperienza, la sua timidezza mi fece subito sborrare. Quando sborrai ebbe un sussulto con la testa ma non poteva toglierlo da bocca perché con la mano la tenevo abbassata. Al suo sussulto le dissi di continuare a muovere la testa leccare e doveva ingoiare perché così si faceva. Sborrai e ingoiò tutto. Mentre ci pulivamo mi chiese se la ragazza che la prima volta stavo appartato nella macchina ad Avellino aveva fatto così, mi confermò che aveva visto tutto. Le dissi di si e che tutte facevano così.
Erano tre mesi circa che molto spesso andavamo lì agli astroni e dopo circa un mese che lo prendeva in bocca inizai a chiavarla. Dapprima le strusciavo solo il cazzo intorno alla fessa ma dopo poche volte glielo misi dentro e le tolsi la verginità.
Quel giorno, sempre in macchina lei stava a pecora e la chiavavo da dietro mentre le tenevo le zizze in mano. Mentre la chiavo vedo a pochi metri da noi un tizio sulla 60ina che guardava e se lo faceva in mano. Ebbi un attimo di esitazione. Lei se ne accorse anche perché mi spostai senza finire. Lei voleva sapere perché mi ero tolto e l’aiutavo a rivestirsi. Era preoccupata che aveva fatto qualcosa che non andava. Così le dissi che c’era uno che ci guardava e si masturbava. Ebbe anche lei un attimo di paura. Ma la rassicurai, non volevo che questa cosa poi la bloccava. Mentre ci rimettevamo a posto quel guardone ci passo davanti e ci guardò. Andammo via senza più parlare della cosa. Nei giorni a venire ritornammo lì e continuavamo a chiavare però lei si guardava sempre intorno con preoccupazione e paura che potevamo incontrare qualche malintenzionato quindi io la rassicuravo spiegandole che quelle persone erano innocue e si divertivano solo a guardare.
Erano passati un paio di mesi da quella volta che subito poco che ci fermammo, lei stava abbassata su di me che mi faceva un bocchino vidi un guardone sulla 50ina dietro un albero ad una decina di metri da noi. Non so come fu ma la feci inginocchiare su sedile mentre continuava a succhiarlo. Ci mancava qualche mese a che compiva 15 anni. Le alzai la gonna e girandole il culo verso il guardone le abbassai le mutandine e iniziai a giocare con le dita nella sua fessa. Il guardone piano piano si avvicinò per guardare meglio, ma anche se cercava di nascondersi si vedeva bene. Teneva il cazzo fuori e se lo menava. Lei stava inginocchiata sul sedile con la testa sul mio cazzo che stavo al posto di guida. Teneva tutto il culo fuori e si vedeva la pucchiacca con il suo bel pelo. Le tirai anche le zizze fuori e mentre giocava con la sua fessa con l’altra mano le accarezzavo le zizze. Il guardone si fece più audace ed i nostri sguardi si incrociarono più volte. Vedendo che comunque rimanevo lì e scoprivo sempre di più la mia donna arrivò quasi vicino alla porta della macchina. Così fu un attimo: le misi la mano dietro alla testa per tenerle il cazzo in bocca e le dico: Anna c’è uno vicino la macchina che ci guarda. Ebbe uno scatto con la testa, ma la tenevo ferma e le dissi di non preoccuparsi, di non aver paura e che andava tutto bene. Riuscì a togliere il cazzo da bocca e lo strinse con la mano come a volersi fare coraggio. Carlo andiamo, ho paura. Dai Anna non aver paura, girti così lo vedi. Dai ho paura. Dai girati e vedi anche tu, è tranquillo. Se andiamo via è peggio. Non so come mi uscì ma a questa parole lei piano piano girò la testa e lo guardò. Vidi che i suoi occhi puntavano il cazzo, così la spostai facendola sedere. Aveva la pucchiacca e le zizze fuori mentre il guardone ormai stava attaccato al finestrino. Lei con la mano mi teneva stretto il cazzo, così, mentre lei non staccava gli occhi dal guardone la rassicuravo ed aprii per metà il finestrino. Non disse niente, aveva tanta paura, così le prendo l’altra mano e la poggiai fuori dal finestrino dicendole di prenderlo in mano. Fu solo un attimo di esitazione e poi apri la mano. Il guardone le poggiò il cazzo sulla mano e lei mentre stringeva il mio cazzo iniziò a farlo in mano al guardone. Fu un attimo, due, tre botte con la mano e la sborrò in mano. Contemporaneamente sborrai anche io. Il guardone si pulì e senza dire una parola in un attimo mentre si rimetteva il cazzo nei pantaloni se ne andò.
La baciai e la strinsi forte a me. Ci ricomponemmo senza che lei dicesse una parola. Io le dissi solo” hai visto non è successo niente”. Nei giorni successivi non voleva più venire lì agli astroni, ritornammo dopo una decina di giorni e solo allora lei ne volle riparlare. La cosa che la preoccupava era il mio giudizio su di lei ma a quel punto le dissi che così era la donna che volevo e se a lei stava bene ci potevamo fidanzare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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